Il Saluto al Sole (Surya Namaskara) è la sequenza di asana più praticata e conosciuta, ma non è sempre stato così; in realtà Surya Namaskara ha origini ben più recenti di quanto si creda.
Nelle scritture antiche e nei testi tradizionali ci sono riferimenti a un rituale praticato dai sacerdoti Bramini, i quali si inginocchiavano e giacevano prostrati in adorazione del Sole, ma non sono citate sequenze che prevedevano ulteriori movimenti del corpo.
Surya: origini storiche e culturali
Nella cultura vedica indiana il sole (Surya) era venerato come divinità e simbolo del principio vitale. Nei Veda, i testi sacri dell’induismo, Surya è celebrato come il portatore di luce e saggezza, dopo l’isolamento e l’austerità della notte, e il canto di mantra dedicati al sole era parte integrante dei rituali quotidiani: i bramini infatti eseguivano questo tipo di offerta all’alba, guardando a est.
I movimenti di base dell’antico rituale erano molto austeri: i sacerdoti stavano in piedi, si accovacciavano, si appoggiavano sulle mani, cadevano in avanti sorretti dalle mani, si sdraiavano, cantavano, per poi re-inginocchiarsi e rialzarsi. A questi movimenti più ampi si accompagnavano poi gesti più piccoli, con significati simbolici.
Nel XIX secolo, lo zelo per il saluto al sole si deteriora gradualmente, fino a quando nel XX lo si vede praticato come esercizio fisico.
Da quel momento diversi Raja iniziano ad analizzare e sistematizzare la pratica del Saluto al Sole con delle forme prese dallo Yoga, eseguite a un ritmo sostenuto e accompagnate da una respirazione ritmica, insieme al canto di mantra Vedici (ripresi dal vecchio rituale).
Il Saluto al Sole che conosciamo noi oggi deriva, quindi, da un insieme di rituali, esercizi puramente fisici e giuste casualità, che lo hanno poi tramandato a noi.
La sequenza classica
La versione più diffusa del Saluto al Sole consiste in una serie di 12 posizioni che fluiscono l’una nell’altra, sincronizzando movimento e respiro. Ogni postura ha un significato simbolico: la posizione della montagna rappresenta la stabilità; il piegamento in avanti l’umiltà; il cobra, l’ascesa verso la consapevolezza. Questo equilibrio tra dinamismo e quiete è il cuore della pratica.
Miti e simbolismo legati a Surya
Nella mitologia indiana, Surya è il Sole, che guida un carro trainato da sette cavalli, simbolo dei sette colori della luce e dei sette chakra. La sua luce illumina l’ignoranza, rappresentando l’ascesa della conoscenza spirituale.
Benefici fisici e mentali
Dal punto di vista fisico, Surya Namaskar migliora la flessibilità, la forza muscolare e la salute cardiovascolare. Sul piano mentale, la pratica promuove la concentrazione, riduce lo stress e aiuta a coltivare uno stato di presenza e gratitudine. È una pratica accessibile, adattabile a ogni livello di esperienza, che può essere eseguita lentamente, come una meditazione in movimento, o in modo dinamico, per intensificare il coinvolgimento fisico.
Varianti e influenze moderne
Oltre alla versione classica, esistono numerose varianti del Saluto al Sole, influenzate da diversi stili di yoga. Ad esempio, l’Ashtanga Yoga integra il Saluto al Sole come riscaldamento, essenziale per sequenze più impegnative, mentre il Vinyasa Yoga ne enfatizza la fluidità e il ritmo. Lo Hatha Yoga ha invece una suo Saluto al Sole specifico.
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